Accompagnatrici di alto livello a Roma: la loro vita segreta
Accompagnatrici di alto livello a Roma e la loro vita segreta.
Accompagnatrici di alto livello a Roma? Che altri segreti scabrosi ci sarebbero da scoprire? Ormai di loro si sa quasi tutto, sono recensite, intervistate su ogni portale che tratti di annunci escort. E invece no. C’è un lato meno teatrale e meno piacevole che Rita, studentessa universitaria, ha voluto raccontarci.
Accompagnatrici di alto livello a Roma: Il mio primo incontro con loro.
Quando ero piccola i miei genitori mi portavano a vedere il cinema e durante quel tragitto mi capitava sempre di vedere donne mezze nude sul ciglio della strada o sedute su delle sedie nell’atto di riscaldarsi con dei fuocherelli. Ognuna di queste donne bellissime ne aveva uno per sé.
All’inizio la mia mente di bambina mi fece credere che fossero cartomanti o medium.
Se chiedevo a mia madre mi diceva di non guardare, se chiedevo a mio padre mi rispondeva che erano donne in attesa del pullman che le avrebbe portate in fabbrica.
Da grande, verso i 16 anni, mi ricapitò di vedere quelle signore dagli abiti succinti, e i miei amici finalmente, soddisfecero la mia curiosità: erano prostitute, escort, accompagnatrici che dir si voglia.
Quando ho iniziato l’università mi sono trasferita a Roma e, all’ultimo anno, visto che le mie finanze non erano al massimo, mi spostai in un appartamento più modesto e meno costoso dove conobbi una ragazza bellissima che divenne la mia inquilina, Jessica.
Lei non studiava, lavorava, ma per molti mesi non mi volle dire di cosa si occupasse. Me ne accorsi io piano piano.
Indossava sempre microabiti, tacchi alti, si truccava in maniera eccessiva. Si ficcava sopra una super pelliccia ecologica color viola ed usciva sempre di notte, sia che ci fosse freddo, sia che piovesse, sia che nevicasse. La sentivo parlare con i gestori di siti che si occupano di inserirti degli annunci escort lusso
Man mano che la nostra vita insieme progrediva, sentivo sempre più chiaramente i discorsi che faceva al telefono con i suoi “amici”, e finita la telefonata, mi chiedeva consigli estetici su come apparire una vera diva della notte.
Quando non lavorava si comportava come una sorella con me. Era generosa, aveva un cuore d’oro. Faceva la spesa anche per me e puliva perfettamente l’appartamentino. Finalmente una sera di gennaio, fuori nevicava e le temperature erano davvero siberiane, decise di rimanere con me sul divano a guardarci un film e a mangiarci una pizza.
Accompagnatrici di alto livello a Roma: la confessione
E quella notte mi raccontò di lei. Era giunta a Roma col sogno di diventare una perfetta parrucchiere Poi però le cose andarono male e si ritrovò per strada.
A casa non poteva va tornare, aveva perso il lavoro e i suoi genitori erano veramente poveri. La madre soffriva di problemi mentali e il padre era un alcolista.
Poi cominciò a raccontarmi di alcuni aneddoti riguardanti la sua professione. In quegli attimi il suo sguardo si incupiva, velandosi di un pesante strato di malinconia. Mi riferì di un threesome su di un grande Suv dove era ancora agganciato il seggiolino di un bambino.
I clienti erano due giovani sposati da poco ancora con la fede al dito e un vecchietto frustrato dall’incapacità di avere una erezione. Jessica quindi esordì: “Bella te che credi ancora nella fedeltà degli uomini, vero? L’amore non esiste cara, e se c’è dura pochissimo, il tempo di un’illusione”
Accompagnatrici di alto livello a Roma: il mio vero incontro con le migliori escort a Roma
Il giorno dopo volle portarmi a conoscere tutte le sue colleghe di lavoro. Era tutte bellissime e statuarie. Sembravano le modelle di Victoria Secrets.
C’erano topclass escort lusso di milano, ragazze escort bellissime di Bologna e Riccione escort di lusso di Firenze, accompagnatrici di alto livello a Genova,
Simpatiche, allegre ma quando parlavano dei clienti si riferivano a loro nei modi più disparati come: “luridi porci”, “schifosi vermi” oppure “pervertiti”. Nonostante il denaro che profondevano i clienti erano considerati poco meno della merda.
Quel giorno Jessica e le sue amiche avevano comprato tonnellate di biglietti della fortuna: gratta e vinci, biglietti della lotteria e via di seguito. Dentro di loro speravano di vincere una cifra sufficientemente alta che le potesse togliere da quel lavoro ingrato odiato e decadente.
Non mi sono mai permessa di dirle “perché non smetti?”. Non sarebbe stato giusto e neppure equo. Io mi stavo laureando, avevo una famiglia ricca, che mi amava e mi supportava. Lei a casa non aveva nessuno, se non sé stessa. Non avrei mai potuto comprendere le tragedie che viveva e che avrebbe ancora vissuto. Lei non era mai stata amata, io sì, e quasi, me ne vergognavo.
La mia laurea
Sono passati otto anni da allora, e siccome Jessica cambiava di continuo il numero, poi ci siamo perse di vista. Io ho aperto il mio studio dentistico grazie all’aiuto di mio papà e lavoro tanto. Chissà come sta lei però? Lei che non ha un padre come il mio.
Chissà se ha trovato il vero amore? Io spero tanto che alla fine, di tutti quei biglietti della lotteria che comprava, abbia centrato quello giusto.