DALLA LAUREA ALLA VITA DA “ESCORT” PASSANDO PER LUGANO
Roma – Non voleva più fare la precaria e per realizzare il sogno di diventare imprenditrice è diventata una accompagnatrice di alto livello. Si racconta senza tabù, o quasi, Lilian, la ragazza 21enne di stanza a Roma che impazza sul web. Tra gli esperti del settore è definita come una “escort di lusso”, anche perché basta guardare la sua pagina per capire che la sua compagnia è davvero per pochi. Le tariffe per l’Italia (quelle per l’estero si moltiplicano inevitabilmente), infatti, vanno da un minimo di 900 euro a un massimo di 4000 euro per un “week-end largo”. Ovviamente il tutto esclude le spese di viaggio, e si parte solo con un caparra del 50% depositata su un conto corrente bancario ad hoc. Ai suoi clienti ha dedicato un lungo decalogo, per evitare i soliti curiosi. E chi non lo rispetta finisce pure nella sua speciale lista nera che gira ad altre colleghe. Quando torna a casa, bazzica tra alcuni alberghi del capoluogo e la Costiera Amalfitana. I suoi clienti più affezionati? Il proprietario di un noto hotel della Divina e il titolare di un caseificio della Piana del Sele. Il suo sogno? Racimolare più denaro possibile per aprire un ristorante tutto suo.
Lucrezia, perché ha deciso di fare l’escort?
«Perché subito dopo la laurea non riuscivo a trovare lavoro e la mancanza di prospettive, in questo Paese strozzato dalla crisi, mi nauseava. Volevo, tuttavia, rimanere in Italia e non essere costretta a emigrare all’estero e stravolgere il mio quotidiano per poter guadagnare».
Alla sua età le ragazze non sognano di laurearsi e trovare l’amore?
«Io sono già laureata e per l’amore c’è tempo, anche perché, guardandomi intorno, non mi sembra che le mie amiche e conoscenti abbiano trovato dei principi azzurri».
La sua famiglia è al corrente di quello che fa?
«Ovviamente no».
Si definisce escort o accompagnatrice? Qual è la differenza?
«La differenza non esiste tra escort e accompagnatrice, semmai bisogna fare distinzione tra escort ( costosa, che viaggia e si accompagna solo a personaggi di alto calibro) e quella che riceve a casa anche per mezz’ora, che si chiama “girl” o “loft”. Il termine escort, invece, è usato impropriamente in ogni contesto per indicare ogni forma di prostituzione, mentre invece dovrebbe indicare solo le esclusive cortigiane che operano in contesti di alto livello e non fruibili dalle masse».
Come spende i soldi che guadagna?
«Li risparmio e li spendo ovviamente anche per lavoro. Compro vestiti, accessori, pago l’estetista. Una top class escort come me frequenta ambienti esclusivi dove il lusso, anche se non ostentato, è sempre presente. Devo quindi essere sempre impeccabile e all’altezza della situazione».
Il tariffario l’ha deciso lei. In base a cosa?
«Basandomi sulle tariffe delle altre top class escort in Italia e all’estero. Qui da noi le tariffe sono basse, all’estero raddoppiano».
Il suo sito web è molto esplicativo in foto e raccomandazioni. Non ha paura che le persone a lei vicine possano venire a sapere di quello che fa attraverso la rete?
«No, perché i miei familiari, amici non vanno di certo sui siti di escort. Su questi portali ci vai se lo cerchi. Non ci capiti certo per caso. Io l’ho creato grazie a un webmaster».
Qual è il cliente ideale?
«Benestante, educato, che non chiede servizi e prestazioni per telefono. Una persona di mondo. Insomma, quello che prima di telefonare ha già letto tutte le informazioni sul mio sito».
Lei è ormai di casa a Perugia. Ci sono clienti molto facoltosi?
«Certo».
Qual è la cosa più strana o bizzarra che le ha chiesto un cliente ?
«Di mettergli il pannolone e di trattarlo da bambino».
Qual è la richiesta di incontri che arriva da Perugia?
«Tutto sommato direi normali e tranquilli: serate, overnight, weekend. Si tratta di soggetti benestanti ed educati»
Fa tutto questo per soldi o perché e piace?
«Ovviamente per i soldi, come tutte. Ciò non toglie che la compagnia dei miei clienti sia anche piacevole».
Ha sentito dell’assoluzione di Berlusconi? Che ne pensa?
«È giusto che uno in casa sua e con i suoi soldi faccia quello che vuole».
Si lavora di più con il mito del bunga bunga?
«È roba di anni e anni fa. In che modo rientra nel nostro lavoro? Il cliente di alto livello c’era prima, c’è stato durante e ci sarà sempre».
Meglio gli italiani o gli stranieri?
«In genere gli stranieri. Sono più educati e precisi».
Ma con la sua attività paga le tasse?
«Lo faccio in Svizzera perché ho deciso di essere fiscalmente inquadrata lì».
Se sua figlia volesse fare l’escort glielo permetterebbe?
«A mia figlia no, ma a un’amica lo consiglierei».
Cosa vuole fare da grande?
«Aprire un ristorante tutto mio. Fare l’imprenditrice di me stessa. E la mamma».