MILAN, italy

Aversa – Pagano una prostituta con una banconota falsa. La donna, per ripicca, li denunzia per rapina a mano armata e violenza. I malcapitati, P.P. R.C., agli arresti domiciliari in quanto indagati per il reato di rapina, sono stati condannati a 7 annidi carcere

Nel giugno scorso, a seguito di denunzia fatta da una signora, che almeno all’epoca svolgeva presso la sua abitazione in via Gramsci ad Aversa attività di meretricio, i carabinieri provvedevano a procedere a perquisizione domiciliare, con l’aiuto dei Vigili del fuoco che dovettero sfondare la porta di ingresso dell’appartamento di uno dei due indagati, bloccando così anche la circolazione stradale. Oggetto della ricerca da parte delle forze dell’ordine erano un computer e due collanine che la donna dichiarava le fossero stati sottratti con la minaccia di una pistola da parte dei due, poi finiti ai domiciliari e giudicati per rapina aggravata e violenza sessuale.

L’altro giorno, P.P., difeso dall’avvocato Stefano Orteca, e R.C., assistito dagli avvocati AnnaAndreozzi e Massimo Cammisa del Foro di Napoli Nord, sono stati giudicati con il rito abbreviato. Per i due il pm aveva chiesto la condanna, rispettivamente, a 7 anni e a 7 anni e 6 mesi, ritenendo che entrambi si fossero recati a casa della donna per commettere una rapina e non piuttosto, come ammesso dagli stessi, per ricevere una prestazione sessuale a pagamento. I due imputati, infatti, avevano asserito da subito che la donna si era rifiutata di concedersi dopo aver constatato la falsità della banconota che i due le avevano dato in pagamento.

Subito dopo, la donna riusciva a mettere alla porta i due sporgendo, dopo qualche ora, nei loro confronti una querela per rapina a mano armata e per violenza sessuale. Dopo la camera di consiglio, il gup del Tribunale di Napoli Nord ha emesso sentenza di condanna per gli imputati.

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